Tradizione e cultura
Storia di Gualdo Tadino
Il doppio toponimo Gualdo Tadino sottolinea le tormentate vicende storiche a cui è stato sottoposto il territorio gualdese e la sua popolazione nel corso dei secoli. Infatti la città fu a più riprese distrutta e abbandonata, spostata e riedificata.
DISCHI AUREI
Databili intorno al XIII sec. a.C., documentano la presenza a Santo Marzio di una civiltà particolarmente raffinata da cui discendono i “Tadinates“, gli umbri ricordati nella Tavole di Gubbio e di cui è noto il sito di Colle dei Mori. Una civiltà peraltro arricchita da ulteriori contaminazioni culturali dovute al fatto acclarato che la Valle di Santo Marzio fosse usata dalle genti dell’epoca come percorso transappenninico.
L’importante ripostiglio rinvenuto, presumibilmente ascrivibile alle antiche culture protovillanoviane, conteneva altresì fibule ad arco di violini, spirali fermatrecce, pinzette, aghi ed altri oggetti bronzei. Tali dischi, che rappresentano uno dei più antichi esempi di orifeceria in Italia e per questo sono considerati dei documenti storici eccezionali.
ABITATO UMBRO DEI TARSINATER
Il primitivo abitato, appartenuto agli Antichi Umbri Tarsinater, datato tra il XIII e il III sec. a.C. sorgeva sul colle I Mori, dove alcune campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici, hanno portato alla luce un insediamento di circa sei ettari disposto su terrazzamenti artificiali con numerosi resti di abitazioni e un’area sacra. L’area corrisponde con ogni probabilità all’antica città popolata dai Tarsinater, già ricordati nelle Tabulae lguvinae. I primi saggi di scavo, condotti sulla sommità del colle da E. Stefani, nel 1935, riportarono in luce i resti di un sacello a pianta rettangolare, oltre a bronzetti schematici di tipo italico. Scavi condotti alla fine degli anni ’90 dalla Soprintentendenza ai Beni Archeologici dell’Umbria in collaborazione con il Comune di Gualdo Tadino hanno ritrovato numerosi reperti, molti dei quali visibili presso il Museo degli Antichi Umbri.
Sono tuttora individuabili sul Colle dei Mori i resti dell’antico tempio, una cisterna scavata nella roccia ed i resti di alcune abitazioni con muri in pietra.
IL MUNICIPIO ROMANO DI TADINUM
All’inizio del II sec. a.C. la popolazione si trasferì in pianura, lungo la via consolare Flaminia, dando vita al municipio romano di Tadinum comprensivo di terme pubbliche, foro civile con adiacente area sacra, mercato del bestiame (forum pecuarium) ed una grande domus. L’abbandono della città romana, è da collocare all’inizio del V sec. d.C. con la calata dei Visigoti di Alarico (408-410 d.C.) lungo l’asse della via Flaminia. La valorizzazione del patrimonio storico-archeologico ha preso avvio nel 2003 con una serie di indagini e campagne di ricognizione e di scavo archeologico promosse dall’Università degli Studi di Perugia in collaborazione conla Soprintendenza Archeologica dell’Umbria e il Comune di Gualdo Tadino.
Alcuni dei reperti ritrovati sono visibili presso il Museo Civico della Rocca Flea mentre altri sono ancora allo studio degli esperti e spaziano dai numerosi frammenti ceramici, alle tantissime monete, alle iscrizioni, ai resti di pittura etc.
Numerosi ed importanti i reperti emersi:
– un grande complesso termale pubblico (risalente ai primi decenni del I sec. d.C. e sottoposto a significative modifiche nel II sec. d.C. e alla fine del IV sec. d.C.) esteso su una fronte di circa 40 m
– una grande domus privata con due nuclei principali: quello più antico (probabilmente risalente alla fine del I sec. a.C.) ; quello più recente, di epoca imperiale, con un impianto termale, dotato di vasche e riscaldamento. Le vasche sono pavimentate da mosaici figurati a tessere bianche e rosse: su una vasca troviamo Nettuno su carro trainato da cavalli marini e circondato da figure di pesci e mostri marini; su una seconda, di dimensioni minori, si specchia Venere, aiutata da un amorino;
– un’area pubblica di estremo interesse, con un piccolo tempio dedicato ad Ercole, circondato da botteghe che si affacciano su una piazza, forse da identificare con il mercato degli animali.
LA BATTAGLIA DI TAGINA
Nel 552 d.C. un’importante battaglia segnò la fine della guerra che l’Impero Romano d’Oriente perseguì per eliminare l’egemonia instaurata nella penisola italiana dai Goti, all’indomani della divisione dell’Impero. Totila, re dei Goti, perse la vita contro Narsete, comandante dell’esercito Bizantino. L’evento segnò la fine della guerra che l’Impero Romano d’Oriente intraprese per eliminare l’egemonia dei Goti nella penisola italiana, all’indomani della divisione dell’Impero.
PERIODO LONGOBARDO
Nel 576, giunsero in questo territorio i Longobardi. A testimonianza della loro dominazione resta soprattutto il toponimo wald (bosco), radice dell’attuale Gualdo, nome che finì col sostituire le antiche denominazioni umbre e romane (Tadinas, Tagina e Tadinum). La città entrò così a far parte del ducato longobardo di Spoleto.
GUALDO NEL MEDIOEVO
Con l’inizio dell’epoca alto-medievale Tadinum venne progressivamente abbandonata. Nel 996 la città fu distrutta dall’imperatore Ottone III e venne nuovamente fondata nel XII secolo nei pressi dell’abbazia di San Benedetto, lungo il torrente Feo, per poi trasferirsi nel 1180 nei pressi delle sue sorgenti in Val di Gorgo. Un terribile incendio, nell’aprile del 1237 distrusse completamente l’abitato di Gualdo. La popolazione fu così costretta ad abbandonare anche questo luogo, accingendosi a ricostruire la città poco distante sul colle dedicato a S. Michele Arcangelo; qui sorgeva la Rocca Flea, potente fortezza militare ai cui piedi i gualdesi decisero di riedificare la città. Il colle, di proprietà dell’Abbazia di S. Benedetto fu concesso alla popolazione, il 30 Aprile 1237, dall’Abate Epifanio. L’Imperatore Federico II di Svevia, tra il 1240 e il 1250 si impegnò nel restaurare ed ampliare la Rocca Flea. Federico II contribui anche in maniera determinante all’edificazione della nuova città e in particolare, nel 1242, ordinò la costruzione delle possenti mura castellane che cingevano tutto l’abitato fino ai fianchi della Rocca Flea, rafforzate da profondi fossati e da numerose torri.
Successivamente, nel 1751, a causa di un violentissimo terremoto, la città subì una devastante distruzione.
Nel 1833, Papa Gregorio XVI concesse a Gualdo il titolo di Città. E’ in quella occasione che al nome di Gualdo viene aggiunto Tadino: il primo termine di derivazione longobarda, il secondo romana.