L’antica chiesa di San Facondino sorse dopo la morte del santo vescovo eponimo, avvenuta il 28 agosto 607. Secondo l’antica leggenda, subito dopo la morte di San Facondino, apparve in sogno un messaggero celeste ad un abitante di Tadino, annunciandogli la triste notizia.Il messaggero ordinò all’uomo di condurre un carro trainato da due “giovenchi indomiti” presso il luogo della morte del vescovo e collocarvi il corpo, per poi spronare gli animali ed individuare il punto ove avrebbero arrestato la loro corsa. In questo luogo venne costruita la chiesa che accolse le spoglie del vescovo tadinate, la quale divenne rapidamente meta di pellegrinaggi provenienti da tutto il territorio. Questo santuario venne però distrutto durante le frequenti incursioni barbariche e la chiesa attuale fu ricostruita poco distante nell’XI secolo; qui furono trasferite le ossa del santo ed al posto del primitivo tempio fu eretto un grande frammento di colonna rotonda sormontata da una croce in pietra, ora non più esistente. Sembra che alla costruzione di questa nuova chiesa partecipò anche l’Imperatore tedesco Enrico II e nel XIII secolo fu persino sede di una cattedra episcopale. L’aspetto della Chiesa di S. Facondino è sostanzialmente mutato nei secoli, a causa di numerose modifiche ed ampliamenti; a testimoniarne le origini medievali svetta il campanile dalle fattezze di una torre e risalente a prima dell’anno mille, costruito con materiale di risulta proveniente dalla precedente chiesa paleocristiana. Internamente la chiesa consta di un’unica navata suddivisa in tre campate: due con la volta a crociera ed una con volta a botte; ogni campata fu costruita in un’epoca diversa e la parte più recente è costituita dall’abside. Originariamente le sue pareti erano completamente affrescate, ma allo stato attuale rimangono solamente il S. Rocco e il S. Antonio da Padova di Matteo da Gualdo, la S. Anna con la Vergine e il Bambino di Bernardo da Gualdo ed il Battesimo di Cristo del XVII secolo; la decorazione attuale è opera di Pico Discepoli (1932). Per quanto riguarda le altre opere appartenenti a S. Facondino troviamo due tele: la Madonna del Rosario del XVII secolo ed il S. Facondino in preghiera del pittore eugubino Giuseppe Reposati; infine un fonte battesimale ottocentesco opera di Vincenzo Scassellati. Sull’altare maggiore era collocato un polittico del Maestro di Fossato raffigurante la Madonna in trono con il Bambino e due angeli, circondati da santi e apostoli risalente al XV secolo ed attualmente conservato presso la Pinacoteca civica.A questa chiesa apparteneva anche un Codice pergamenaceo del XIV secolo contenente la vita di S. Facondino, oggi appartenente alla Biblioteca Vaticana.
Bibliografia: Gualdo Tadino e dintorni: guida turistica, testi di Daniele Amoni … [et al.], coordinamento editoriale: Daniele Amoni, immagini: Daniele Amoni, Franco Chiucchi Città di Castello: Petruzzi, 2012; Gualdo Tadino: Guida turistica, a cura di Enzo Storelli e Daniele Amoni, testi di Bruno Castellani… \et al., fotografie Daniele Amoni, Città di Castello: Petruzzi, stampa 1994; Guerrieri R., Storia civile ed ecclesiastica del comune di Gualdo Tadino, Gubbio, Oderisi, 1933; Museo Civico di Gualdo Tadino. Catalogo regionale dei beni culturali dell’Umbria, a cura di P. De Vecchi, Perugia, Electa Editori Umbri Associati, 2000.