Le prime notizie riguardanti questa chiesa risalgono all’Alto Medioevo; fu storicamente tra le chiese più importanti insieme alla cattedrale di S. Benedetto. In origine pieve dedicata a S. Maria di Tadino, fu fondata intorno al 1250. Fu la prima chiesa battesimale di Gualdo Tadino e la sua funzione si estese a tutto il territorio parrocchiale. Cambiò la sua denominazione in Santa Chiara nel 1575, quando vi si trasferirono le suore clarisse a causa dell’annessione al vicino convento; mutò anche la sua funzione, poiché il fonte battesimale fu trasferito. La chiesa presenta una volta a botte acuta su spazio a pianta rettangolare, riflette lo schema costruttivo tipico dell’architettura cistercense francese adottato in Umbria per la Chiesa della Porziuncola, quella di S. Damiano ad Assisi e quella della Vittorina a Gubbio. Presentava originariamente un Altare Maggiore dedicato alla Vergine e a S. Pietro sul quale era collocata un’antica icona raffigurante la Madonna con il Bambino, S. Pietro, S. Paolo, S. Francesco e S. Chiara. Successivamente le monache fecero erigere due nuovi altari laterali: nel 1607 quello dedicato a S. Giovanni Battista, probabilmente al posto del fonte battesimale, e nel 1647 quello dedicato a S. Teresa, sul quale campeggiava una tela raffigurante la Madonna con Bambino, S. Teresa e S. Giacinto Confessore. Era munita inoltre di un piccolo campanile con due campane e presentava un’unica tomba sul suo pavimento. Una volta chiusa al culto, divenne magazzino e gli altari furono trasferiti: quelli laterali andarono alla chiesa parrocchiale di S. Pietro nella frazione di Rigali, mentre l’Altare Maggiore fu venduto nel 1899. Attualmente di proprietà comunale, ha avuto la funzione di sala culturale polivalente, ma nel 1914 fu addirittura adibita a calzaturificio, come ricorda Ruggero Guerrieri: “Strane vicende dei tempi! Dove per molti secoli vagirono tante generazioni di Gualdesi, condotti al Fonte Battesimale e olezzarolo sugli altari i fiori varipinti offerti dalle Clarisse, rombarono poi con moto incessante le macchine dell’industria moderna e si diffuse sotto l’ampia volta l’impuro e volgare odore del cuoio. È la fervida vita dell’ora che volge, la quale passa cosciente della sua irresistibile forza, tutte travolgendo le fatue ma pur care idealità del passato”.
Bibliografia: Guerrieri R., Storia civile ed ecclesiastica del comune di Gualdo Tadino, Gubbio, Oderisi, 1933; Gualdo Tadino e dintorni: guida turistica, testi di Daniele Amoni … [et al.]; coordinamento editoriale: Daniele Amoni, immagini: Daniele Amoni, Franco Chiucchi, Città di Castello, Petruzzi, 2012.