È uno splendido esempio di architettura legata all’ordine francescano; fu edificata a partire dal 1241 per ospitare all’interno delle mura cittadine i francescani conventuali. La chiesa fu consacrata nel 1315.
Sorge sulla piazza principale del centro storico di Gualdo Tadino, Piazza Martiri della Libertà, sul lato opposto alla cattedrale di San Benedetto. La facciata tuttavia si affaccia su Corso Italia, mentre sul fianco sinistro sorgeva il convento. La facciata è caratterizzata da copertura a capanna e dal grande portale gotico fregiato di capitelli, mentre all’interno la chiesa, costituita da un’unica ampia navata, ha una struttura simile a quella della Basilica di San Francesco ad Assisi. Particolarmente ricca è la decorazione delle pareti che sono affrescate con dipinti di scuola umbro-marchigiana datati tra il XIV e il XVI secolo e riscoperti durante i restauri del 1955-60, i quali li liberarono dalla scialbatura effettuata nel Settecento. Le opere più pregevoli sono sicuramente quelle di Matteo da Gualdo, pittore rinascimentale di origini gualdesi ma di grande impatto nella scuola umbra: sue sono la Madonna col Bambino in trono e i SS. Francesco d’Assisi e Secondo, posta sulla controfacciata, la Crocifissione nell’abside, la “Madonna col Bambino e San Francesco” nella terza arcata di sinistra e la Madonna col Bambino e Sant’Anna sul pilastro tra la prima e la seconda cappella della chiesa. La Madonna col Bambino in trono e i SS. Francesco d’Assisi e Secondo, vestito da cavaliere, con il committente inginocchiato ai piedi della Vergine è uno dei più begli affreschi di Matteo in questa Chiesa, anche per lo stato di conservazione ottimale. L’opera si data al 1498 e si distingue per la forte carica espressiva della figura di San Francesco alla destra della Vergine, che sembra influenzata dallo stile di Bartolomeo di Tommaso, e per la forte astrazione stilistica e compositiva dell’artista. Sul lato opposto compaiono altri due affreschi di Matteo, seppure in precario stato di conservazione, divisi da una cornice con trofei di tipo urbinate in cui sono rappresentate rispettivamente la SS. Trinità e Sant’Antonio Abate che schiaccia il drago. La Crocifissione è un’opera giovanile di Matteo in cui l’artista mostra tutta la sua bravura nell’interpretazione di scene ricche di pathos e di intensa commozione: vediamo, infatti, il corpo di Gesù, bianchissimo e molto esile, nel momento in cui sta per spirare, con una resa del viso carica di patetica espressività attraverso la bocca semi-aperta, i capelli spettinati, gli occhi molto incavati nelle orbite. La scena avviene alla presenza della Madonna e di San Giovanni, con il committente dell’opera alla base della croce, come accade per la maggior parte degli affreschi all’interno della Chiesa di San Francesco, prevalentemente eseguiti su commissione. Proprio a partire da questa raffigurazione giovanile Matteo inizia ad utilizzare il muro sullo sfondo delle sue composizioni, lo stesso che troviamo infatti nella Madonna con Bambino, cui San Francesco offre il libro della propria Regola, datato tra il 1490 e il 1495. Sono spettacolari i modi espressivi utilizzati da Matteo in questa graziosa composizione in cui i tratti sono molto dolci e appare attenuata la linea dinamica di composizione della scena. Molto bello il viso della Madonna con i lunghi capelli biondi scostati, per esaltare la purezza della figura, mentre il volto di San Francesco richiama moltissimo quello già descritto dell’affresco con la Madonna, il Bambino e San Secondo all’ingresso. Il muretto a mattoni sullo sfondo è sovrastato da monticelli a forma di piramide con sulla cima dei piccoli alberelli che ricordano le tre croci sul Golgota. Da ammirare anche il quattrocentesco coro ligneo, l’altare maggiore ed il pulpito sulla sinistra, risalenti al XIV secolo. Nel corso dei secoli la chiesa di San Francesco ha subito numerosi interventi sulle strutture, in particolare dopo il terremoto del 1751 che provocò il crollo del campanile originario, la distruzione della volta a crociera della terza campata ed il danneggiamento della facciata e della parete laterale destra.
Bibliografia: Guerrieri R., Storia civile ed ecclesiastica del comune di Gualdo Tadino, Gubbio, Oderisi, 1933; Santi F., La pinacoteca comunale di Gualdo Tadino, De Luca Editore, Roma, 1966; Gualdo Tadino: guida turistica, a cura di Enzo Storelli e Daniele Amoni; testi di Bruno Castellani … et al.; fotografie Daniele Amoni, Città di Castello, Petruzzi, 1994.